Nel pianificare e svolgere le attività di revisione volte ad acquisire gli elementi probativi necessari ad esprimere il proprio giudizio, è necessario che il revisore utilizzi il proprio “scetticismo professionale, vediamo di cosa si tratta… Se volessimo fornire una descrizione di scetticismo professionale potremmo dire che si tratta di un atteggiamento dubitativo supportato da una […]
Nel pianificare e svolgere le attività di revisione volte ad acquisire gli elementi probativi necessari ad esprimere il proprio giudizio, è necessario che il revisore utilizzi il proprio “scetticismo professionale, vediamo di cosa si tratta…
Se volessimo fornire una descrizione di scetticismo professionale potremmo dire che si tratta di un atteggiamento dubitativo supportato da una valutazione critica degli elementi probativi acquisiti.
Lo “scetticismo professionale” è uno degli aspetti cardine nel pianificare e svolgere ogni incarico di revisione, in considerazione del fatto che si possono presentare circostanze tali da causare significativi errori nel bilancio. Esso implica l’interrogarsi sugli elementi probativi e sull’attendibilità dei documenti e delle risposte alle attività svolte e acquisite dalla direzione e dai responsabili di governance.
L’esercizio dello scetticismo professionale è richiesto nel corso di tutta l’attività di revisione e, in particolare, durante la revisione di quelle voci che in bilancio per loro natura sono maggiormente soggette alle stime fornite dalla direzione riguardanti ad esempio: le rimanenze di magazzino, la riduzione di valore delle attività, gli accantonamenti, i flussi di cassa futuri e la capacità dell’impresa di continuare come entità in funzionamento. Mantenere un atteggiamento scettico nei confronti degli amministratori significa che il revisore debba considerare attentamente la ragionevolezza delle loro risposte e verificare con apposite indagini altre informazioni da loro ottenute.
Mantenere un atteggiamento di scetticismo professionale durante l’intero processo di revisione comporta che il revisore:
Non deve ritenersi soddisfatto da elementi probativi che non siano persuasivi sulla base della semplice convinzione che la Direzione sia onesta e si comporti con integrità
• Se ritiene che uno o più documenti non siano attendibili o autentici deve fare approfondimenti;
Il principio ISA 200 – “Obiettivi Generali del Revisore Indipendente e svolgimento della revisione contabile in conformità ai principi di revisione internazionali (ISA Italia)” al paragrafo 15 afferma che il revisore debba necessariamente prestare attenzione ad elementi probativi acquisiti in contraddizione tra di loro, a informazioni che mettano in discussione l’attendibilità dei documenti e delle risposte ottenute, alle condizioni che possano segnalare possibili frodi e alle circostanze che indichino la necessità di ulteriori procedure di revisione rispetto a quelle richieste dai principi.