Il processo di Revisione Legale si basa sul fatto che il revisore sia “realmente” indipendente da chi è revisionato, per tale motivo è opportuno soffermarsi su un argomento così delicato come l’indipendenza. Vediamo perchè… Ancor prima di intraprendere qualsiasi attività ispettiva, conoscitiva o di indagine il revisore deve accertare la propria indipendenza rispetto al soggetto […]
Il processo di Revisione Legale si basa sul fatto che il revisore sia “realmente” indipendente da chi è revisionato, per tale motivo è opportuno soffermarsi su un argomento così delicato come l’indipendenza. Vediamo perchè…
Ancor prima di intraprendere qualsiasi attività ispettiva, conoscitiva o di indagine il revisore deve accertare la propria indipendenza rispetto al soggetto revisionato. Indipendenza ed obiettività sono caratteristiche intrinseche e fondamentali per qualsiasi revisore soprattutto al fine dell’esercizio del cosiddetto “scetticismo professionale[1]”.
Si tratta di una questione sostanziale oltre che formale, infatti se il revisore non è indipendente dal proprio cliente, tutto quello che fa o che farà non risulterà credibile, perché fazioso e non obiettivo. Si riscontrano tantissimi riferimenti normativi circa l’indipendenza del revisore a partire dal decreto D.Lgs 39/2010, per poi passare agli ISA con il principio n.200 e n.220.
“Il revisore legale e la società di revisione legale che effettuano la revisione legale dei conti di una società devono essere indipendenti da questa e non devono essere in alcun modo coinvolti nel suo processo decisionale.”
Lo stesso decreto specifica come sia compito del revisore accertare la propria indipendenza e di dotarsi di tutte le procedure idonee a prevenire e rilevare tempestivamente le situazioni che potrebbero compromettere la propria indipendenza rispetto al cliente.
Il principio ISA n.200[2] stabilisce che il revisore è soggetto ai principi etici applicabili per gli incarichi di revisione contabile del bilancio inclusi quelli relativi all’indipendenza. Anche il principio ISA n.220[3] sottolinea l’importanza dell’indipendenza, attraverso l’obbligo in capo al revisore dell’acquisizione di informazioni pertinenti il soggetto incarico al fine di valutare circostanze e rapporti che possano costituire minaccia all’indipendenza.
>L’indipendenza del revisore deve essere una “costante” in tutto il processo di revisione e deve essere verificata in fase di accettazione di primo incarico ma altresì in fase di rinnovo, al fine di verificare la completa indipendenza.
L’attestazione di indipendenza deve essere documentata adeguatamente dal revisore il quale deve tenerne traccia nelle proprie carte di lavoro.
Il revisore deve individuare tutte quelle situazioni che potrebbero minacciare o ledere la propria indipendenza. All’interno di questa definizione vi rientra un ventaglio di situazioni molto ampio, il revisore deve ad esempio porre particolare attenzione alle relazioni dirette o indirette che possono esistere tra lui e la Società, ad esempio relazioni d’affari, di lavoro, familiari ecc.
Qualora il revisore rilevi un potenziale rischio alla sua indipendenza deve adottare misure idonee a mitigarlo in maniera efficace, ed è chiamato annualmente a dichiarare la propria indipendenza e quella dell’eventuale personale impiegato nell’attività di revisione nella “dichiarazione annuale di indipendenza”.
[1] ISA 200 par.15 Un atteggiamento che comprenda un approccio dubitativo, attento alle condizioni che possano indicare possibili errori dovuti a comportamenti o eventi non intenzionali o a frodi, e una valutazione critica degli elementi probativi.
[2] ISA 200 Obiettivi generali del revisore indipendente e svolgimento della revisione contabile in conformità ai principi di revisione internazionali par.A14
[3] ISA 220 “Controllo della qualità dell’incarico di revisione contabile del bilancio” par.11