La significatività o materialità è un concetto cardine della revisione legale e rappresenta la “qualità” dell’errore e le conseguenze che questo potrebbe avere sul bilancio e sulle scelte dei soggetti che lo utilizzano. Il revisore essendo consapevole della costante presenza di limiti intrinseci nell’attività di revisione fissa a propria discrezione una “soglia” definita significatività o […]
La significatività o materialità è un concetto cardine della revisione legale e rappresenta la “qualità” dell’errore e le conseguenze che questo potrebbe avere sul bilancio e sulle scelte dei soggetti che lo utilizzano.
Il revisore essendo consapevole della costante presenza di limiti intrinseci nell’attività di revisione fissa a propria discrezione una “soglia” definita significatività o materialità che ritiene possa essere rilevante ai fini delle scelte da parte degli stakeholders. La valutazione della significatività da parte del revisore non è da tradursi nel semplice confronto tra due grandezze, ossia la soglia e l’ammontare dell’errore, bensì è necessaria un’ulteriore analisi dal punto di vista qualitativo. La significatività non deve essere mai intesa dal punto di vista quantitativo come un valore assoluto, ma si tratta piuttosto di un’area che comprende l’intervallo tra fenomeni significativi e non.
Il principio di revisione internazionale ISA Italia 320[1] costituisce la normativa di riferimento per la determinazione della significatività nell’attività di revisione. Occorre precisare che tale principio deve essere letto congiuntamente al principio di revisione ISA Italia 200 “Obiettivi generali del revisore indipendente e svolgimento della revisione in conformità ai principi di revisione internazionali”
La determinazione del livello di significatività accettabile è di fondamentale supporto al revisore per la corretta definizione delle voci da analizzare e, in particolare dell’ampiezza delle procedure di verifica da eseguire. Significatività e rischio sono due concetti inversamente proporzionali: alla voce di bilancio che ha un livello di significatività elevato corrisponde un rischio di revisione basso e viceversa. In altre parole poiché il revisore è interessato ai rischi di errori significativi, tanto maggiore è la soglia di significatività quanto più il revisore è disposto ad accettare errori in quanto non ritenuti rilevanti e pertanto il rischio di revisione è da considerarsi basso.
La significatività viene calcolata dal revisore in fase pianificazione e il calcolo è basato su conoscenze ancora incomplete dell’azienda e del contesto nel quale opera, pertanto nel corso dell’avanzamento del processo di revisione rivedere i vari livelli di significatività.
Il processo di determinazione della significatività complessiva prende avvio dall’individuazione di un parametro di riferimento o “Benchmark”, che meglio rappresenta l’azienda e la sua attività. Tra i principali indicatori troviamo: Totale ricavi, Risultato Operativo, Totale Attivo e Patrimonio Netto. Al fine di individuare quale parametro sia il più appropriato, il revisore deve conoscere e considerare alcuni aspetti, quali ad esempio: natura e maturità della Società, settore e contesto economico, stakeholders.
Identificato il parametro maggiormente rappresentativo il revisore definire una percentuale da applicare allo stesso, al fine di ottenere il livello di significatività. L’individuazione di questa percentuale richiede un giudizio professionale da parte del revisore. A tal fine gli ISA non forniscono indicazioni specifiche, tuttavia la prassi professionale ha elaborato differenti approcci di seguito rappresentati, occorre precisare che si tratta di che derivano dalla prassi professionale e che non devono essere intese in senso rigido, ma piuttosto come linee guida per aiutare i revisori stante l’assenza di precise prescrizioni negli ISA.
Come precisato precedentemente la scelta del parametro, quanto l’ampiezza della percentuale da applicarvi costituisce esercizio del giudizio professionale del revisore e i valori sopra esposti devono essere considerati come supporto nell’elaborazione della soglia di significatività.
Dopo aver determinato il livello di significatività il revisore deve individuare il livello appropriato di significatività operativa, essa rappresenta l’importo stabilito dal revisore in misura inferiore al livello di significatività complessiva al fine di ridurre a un livello appropriatamente basso la probabilità che l’insieme degli errori non corretti o non individuati superi la significatività per il bilancio nel suo complesso.Come per la significatività complessiva la determinazione di quella operativa è lasciata al giudizio professionale del revisore che arriverà alla sua determinazione attraverso la comprensione e la conoscenza del contesto aziendale e delle sue caratteristiche. Ad esempio si può assegnare al rischio alto una significatività del 60%, al rischio moderato del 75% e al rischio basso del 85%.
Infine, per ragioni di praticità, il revisore in base al proprio giudizio professionale identifica una soglia di accumulazione degli errori o “threshold” per evitare di accumulare e analizzare errori che si ritiene possano non essere significativi anche qualora sommati a tanti altri eventuali errori e quindi possano essere considerati non rilevanti e non riportati nella carta riepilogativa degli errori rilevati.
[1] ISA 320 Significatività nella pianificazione e nello svolgimento della revisione contabile