Le immobilizzazioni immateriali sono caratterizzate dalla mancanza di tangibilità: per questo vengono definite “immateriali”. Esse sono costituite da costi che non esauriscono la loro utilità in un solo periodo, ma manifestano i benefici economici lungo un arco temporale di più esercizi. Le immobilizzazioni immateriali comprendono[1]: oneri pluriennali quali costi di impianto, ampliamento e sviluppo; beni […]
Le immobilizzazioni immateriali sono caratterizzate dalla mancanza di tangibilità: per questo vengono definite “immateriali”. Esse sono costituite da costi che non esauriscono la loro utilità in un solo periodo, ma manifestano i benefici economici lungo un arco temporale di più esercizi.
Le immobilizzazioni immateriali comprendono[1]:
Rappresentano una posta particolarmente rilevante per l’attività del revisore in quanto molto spesso, indipendentemente dal loro valore, sono caratterizzate da una molteplicità di stime che sottostanno la loro rilevazione iniziale e la loro valutazione successiva. È pertanto per il revisore un’area che può generare potenziali rischi significativi sul bilancio.
Procedure di conformità e validità
Le procedure di conformità hanno l’obiettivo di verificare l’efficacia operativa dei controlli messi in atto dall’impresa, al fine di prevenire, individuare o correggere un errore significativo in una determinata asserzione di bilancio, su cui il revisore intende fare affidamento per limitare l’ampiezza delle procedure di validità.
Tuttavia considerata la scarsa numerosità che caratterizza normalmente le poste delle immobilizzazioni immateriali, nella revisione di tale area il revisore tenderà ad ottenere sufficienti elementi probativi con procedure di validità direttamente sui saldi di bilancio scegliendo quindi di non fare affidamento sul sistema di controllo interno tramite lo svolgimento di procedure di conformità.
Il non affidamento sul sistema di controllo interno dell’impresa fa si che il livello di rischio di controllo per le varie asserzioni di bilancio sarà molto probabilmente “medio” oppure “alto”.
Le principali procedure di validità che il revisore può mettere in atto sono:
Analisi comparativa
L’analisi comparativa rappresenta un elemento cardine della revisione di bilancio, tantoché ad essa è dedicato il principio internazionale ISA 520[2].
Per procedure di analisi comparativa si intendono le valutazioni dell’informazione finanziaria mediante analisi di relazioni plausibili tra i dati sia di natura finanziaria che di altra natura.
L’analisi comparativa è una delle colonne portanti della revisione contabile e ad essa è interamente dedicato il principio di revisione internazionale ISA n. 520 e sono effettuati numerosi richiami nei documenti ISA n. 315 e ISA n. 330.
L’analisi comparativa può essere definita come l’analisi degli indici e dell’andamento dei dati finanziari, patrimoniali ed economici significativi dell’impresa sottoposta a revisione, accompagnata dallo studio delle fluttuazioni e delle incoerenze dei dati consuntivi rispetto ad altri dati o informazioni rilevanti e degli scostamenti rispetto ai valori previsti.
Il fine ultimo di queste analisi è la comprensione dell’andamento patrimoniale, reddituale e finanziario della società e l’individuazione di situazioni anomale o aree critiche, che necessitano di ulteriori e particolareggiate verifiche, per giungere alla verifica della correttezza del bilancio.
Nell’ambito delle immobilizzazioni immateriali una verifica di analisi comparativa può essere pianificata per accertare, ad esempio, la completezza degli ammortamenti tramite ricalcolo.
Tuttavia le sole procedure di analisi comparativa potrebbero non identificare errori significativi in quanto generalmente vengono svolte su grandi volumi di dati. Di conseguenza lo svolgimento di tali procedure è ritenuto sufficiente solo nel caso in cui il livello di valutazione del rischio significativo sia ritenuto dal revisore come “basso”.
Verifiche di dettaglio
Le verifiche di dettaglio sono svolte a un livello di analisi molto più profondo e prevedono, in genere, la raccolta di elementi probativi sul singolo saldo o transizione che compone la voce di bilancio. Per questo motivo l’efficacia probativa è molto superiore rispetto all’analisi comparativa, in quanto queste verifiche permettono l’identificazione di errori significativi con una precisione molto superiore. Le verifiche di dettaglio saranno più efficaci se svolte per accertare l’esistenza, la valutazione e l’accuratezza di un’operazione o un saldo di bilancio. Il principale limite è legato alla verifica della completezza di un’asserzione.
Le verifiche di dettaglio consistono normalmente in:
Attraverso l’ispezione il revisore esamina registrazioni contabili o documenti. Tale attività fornisce elementi probativi con un differente grado di attendibilità a seconda della loro natura e provenienza. Ad esempio un contratto stipulato con terze parti ha valenza probativa molto superiore rispetto a una relazione prodotta all’interno dell’impresa che qualifica come immateriale i costi sostenuti nell’ambito di un determinato progetto o attività.
Il ricalcolo consiste nella verifica dell’accuratezza matematica delle poste, dei valori contabili o dei documenti cartacei o elettronici.
Attraverso le conferme esterne il revisore verifica ad esempio l’esistenza di un diritto d’uso di un marchio concesso all’impresa da parte di terzi. In questo caso il terzo potrebbe confermare al revisore clausole particolarmente rilevanti o altre informazioni utili.
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[1] OIC 24 – Immobilizzazioni Immateriali par. 4 – Definizioni
[2] Principio di revisione Internazionale (ISA ITALIA) 520